“Every eye shall see them” rappresenta il mio dialogo costante con tutte le persone che sono morte nella mia vita.
Negli anni la perdita e la mancanza sono state una costante a cui ho opposto una nuova lingua da articolare e da imparare, per ricucire quello che mi era stato strappato.
Ne è nato un piccolo corpus di immagini che mostra il mio modo di esorcizzare la perdita, in cui guardo alla morte come ad un evento non più solo drammatico e di rottura, ma pieno di senso per la mia vita presente.
Sto attualmente lavorando ad una ricerca fotografica che parte proprio da queste foto.
Kristina sfoglia la mia prima fanzine.
Si tratta di un formato detto “Posterzine“, non rilegato.
La maggioranza delle persone che hanno guardato la fanzine sono rimaste destabilizzate dal fatto che non fosse rilegata: alcuni non volevano “distruggere” l’ordine delle foto, altri non capivano come andasse guardata; alcuni l’hanno definita “irritante”.
La scelta di stamparla in questa modalità è stata fatta proprio in relazione al fatto che la materia stessa di questo progetto fotografico non è ordinata.
Il mio desiderio è quello di consegnare un lavoro e lasciare nelle mani di chi lo osserva una materia oscura, che può essere trattata in qualsiasi modo si desideri.